Dal vertice del G8 all’Orient Express fino alla prossima missione spaziale di Elon Musk: il sogno di Giancarlo Aneri, fondatore dell’omonima cantina, è portare l’Amarone su Marte.
È il prossimo sogno di Giancarlo Aneri, fondatore della cantina che porta il suo nome: regalare a Elon Musk una delle sue bottiglie più pregiate affinché la porti sul pianeta rosso. Non è un’idea così remota: anche se la Aneri è giovane nel panorama vinicolo italiano, 25 anni l’età del marchio, i suoi vini sono stati bevuti dai grandi della terra e nelle occasioni più mediaticamente note. L’Amarone Stella è stato donato dal premier italiano nel 2004 ai 25 Capi di Stato e ha battezzato così la firma della Costituzione Europea a Roma, ed era presente al Vertice del G8 dell’Aquila nel 2009. I suoi vini sono stati degustati da Bush e Cameron, scelti da alcuni dei locali internazionali come il Four Seasons di New York, l’Hotel Imperial di Tokyo, la catena Orient Express, gli Starwood Hotels, il Palace di Saint Moritz, il Cipriani di Montecarlo e ancora e navi da crociera Msc e, come benvenuto in prima classe, i Frecciarossa. Per fare ancora un esempio, era Aneri il Prosecco con il quale Barack Obama brindò a La Spiaggia, il ristorante di Chicago dove era andato a festeggiare l’elezione con moglie e figlie.
Ma come riuscire a esserci in occasioni del genere? Il fondatore Giancarlo Aneri ha senz’altro doti di marketing e relazioni non comuni, ma anche un’attenzione costante: “Bisogna essere sempre attenti, leggere molto, cercare le occasioni giuste, quelle dove i nostri vini potrebbero funzionare. So di sembrare anacronistico, ma io leggo sei quotidiani al giorno (Aneri è fra i fondatori del premio “È giornalismo”, ndr). Soprattutto, è importante coltivare i rapporti con i ristoratori italiani all’estero: sono loro i veri ambasciatori del vino italiano, perché hanno la competenza, ma soprattutto l’orgoglio nel raccontare le bottiglie, consigliarle, farle conoscere”, spiega.
Aneri ha lavorato nel settore vinicolo come manager in Ferrari Trento per molti anni, fino a quando, nel 1997, ha deciso di creare la sua impresa, iniziando da quel Prosecco che lo avrebbe reso noto in tutto il mondo e che oggi ognuno può stappare a casa sua pensando di brindare con lo stesso vino della prima notte di Obama da Presidente degli Stati Uniti. Una realtà proiettata nel futuro, ma con forti radici familiari; i vini hanno i nomi dei membri del clan Aneri, la moglie, i due figli impegnati in azienda e i tre nipotini. E con due facce: la produzione, di alta gamma e limitata a 12 mila bottiglie, del fiore all’occhiello Amarone, dedicata ad appassionati conoscitori; le 600 mila bottiglie di Prosecco amatissimo anche dai giovani e in mezzo la produzione di Pinot Bianco e Pinot Nero che complessivamente raggiunge le 40 mila bottiglie.
Per i primi 25 anni, la famiglia si è regalata una nuova cantina a San Pietro in Cariano, nel cuore dell’Amarone classico, 1.200 metri quadrati dove affinare il prezioso rosso. E oltre al progetto di regalarne una bottiglia a Musk per portarla con sé su Marte, sta lavorando alla produzione di una nuova etichetta, un Valpolicella Classico Superiore che vedrà la luce tra due anni. “L’Amarone è un vino eccezionale, da grandi occasioni: volevamo affiancargli anche un’altra espressione tipica del nostro territorio, ma che possa essere stappata tutti i giorni”.
Fonte: www.ilsole24ore.com